Il progetto
Uno spazio digitale che raccoglie contenuti scientifici e servizi utili per tutti i medici che gestiscono il dolore nei diversi momenti del patient journey
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Il dolore rappresenta un importante onere per il sistema sanitario e per la società. Solo in Italia, si stima che una persona su quattro soffra di dolore cronico. Il dolore grava sulle persone che ne soffrono, sui medici e sui caregiver che se ne prendono cura e in generale sulla società. La gestione del dolore rappresenta una tematica particolarmente complessa, al punto che spesso la soluzione più appropriata arriva dopo molti tentativi rispetto all’insorgenza della patologia.
Allevia, realizzato da Edra S.p.A con il supporto non condizionante di Viatris, è il primo progetto digitale interattivo che ospita contenuti, servizi e spazi di approfondimento completamente dedicati al dolore.
Allevia, dal termine “alleviare” – che deriva dal latino levis = “leggero” – richiama il dolore in modo positivo, mette in risalto la leggerezza e suggerisce un senso di sollievo, che vuole essere la chiave di lettura del nuovo progetto di Edra S.p.A.
La piattaforma nasce dall’esigenza di fornire al medico un servizio di guida e approfondimento a più livelli e sotto diversi punti di vista, stimolati dalla supervisione nei contenuti di un board scientifico multidisciplinare composto da esperti di alto profilo.

“Quando il dolore non è più solo un sintomo, ma diventa esso stesso patologia, il concetto di terapia si evolve – osserva Roberto Casale, Coordinatore Area Dolore SIMFER e Responsabile Scientifico del progetto Allevia-. Il dolore cronico riconosce infatti diversi meccanismi attraverso cui si instaura e, per poterli comprendere, e quindi per poter curare il dolore, abbiamo bisogno di conoscenze approfondite. La piattaforma Allevia testimonia la crescente attenzione verso il dolore inteso come patologia disabilitante. Mi piace sottolineare inoltre come la piattaforma Allevia sia la prima che in Italia metta il sapere delle professioni mediche specializzate a fattor comune, così da guidare anche le nuove generazioni verso una miglior gestione, e soprattutto comprensione, del dolore”.

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